Ciao Angelo, animo genuino e generoso
2 Novembre 2024
di Salvatore Esposito
Un Angelo che vegliava sulla nostra Società ci ha lasciato. Angelo Pagano non era solo un socio attivo della SISFA, bensì un acutissimo spirito critico che con le sue intuizioni e con i preziosi suggerimenti spesso indirizzava il percorso della nostra Società.
E proprio per questo motivo, appena fui eletto Presidente nel mio primo mandato, non ebbi esitazione alcuna a chiedergli di starmi accanto come Vicepresidente. La storia non segue percorsi lineari, e fu proprio lui uno degli amici che mi vollero a guidare la SISFA; ed è stato sempre lui ad incoraggiarmi tante volte a proseguire nel mio lavoro, soprattutto nelle situazioni difficili o poco piacevoli. Angelo credeva fortemente nella nostra Società e nelle sue potenzialità, dimostrandolo in tante occasioni, pur rifuggendo dalle luci dei riflettori.
Tutti ricorderanno il memorabile congresso di Acireale (ed anche quello di Messina e Reggio Calabria), e l’impegno di Angelo a far sentire forte anche la voce degli storici della sua terra di Sicilia. E l’impegno di far conoscere la nostra Società anche a tanti altri amici, fisici e non, con l’intento di farla crescere con sempre nuove forze. E – ancora – l’impegno di rivitalizzare i rapporti con l’esterno, in primis con la nostra sorella maggiore, la Società Italiana di Fisica, di cui pure era socio rilevante: i risultati raggiunti finora sono anche frutto della sua mediazione e del suo interessamento, che ha permesso di aumentare il numero degli amici della SISFA.
Tale impegno non è venuto per nulla a mancare quando, dopo anni di servizio nel Consiglio Direttivo della nostra Società, decise risolutamente di far largo ai giovani, accettando umilmente solo di portare avanti (insieme ai suoi compagni di avventura) il progetto della nostra Newsletter, a cui ha lavorato con abnegazione fin quando le forze glielo hanno permesso.
Sarebbe ancora lungo ricordare quanto Angelo ha fatto per la SISFA (e ancor più lungo ricordare quanto ha fatto come fisico, lui che modestamente non si definiva uno storico della fisica: altri e in altra sede adempiranno a tale compito), ma qui il pensiero non permette di tralasciare il ricordo dell’amico personale, e finanche del mentore.
Conobbi Angelo ad un nostro congresso tanti anni fa, ma probabilmente lui già conosceva i miei lavori su Majorana tramite il comune amico Erasmo Recami, al quale poi non fece nemmeno mancare il suo fattivo aiuto per far pubblicare un suo antico contributo su Leonardo. Aveva una stima del mio lavoro, come fisico e come storico della fisica, che certamente io non meritavo, e che sembrava perfino crescere nel corso del tempo.
Spesso si rivolgeva a me per discutere di qualche questione e, quando finiva un suo lavoro di storia della fisica (da solo o con il figlio Emanuele, che pure nutriva i suoi stessi interessi), prima di inviarlo per la pubblicazione mi pregava di leggerlo e di averne un parere. Non so quanto questa mia attività di referee “preventivo”, che svolgevo con molto orgoglio, gli abbia giovato, ma certo i suoi lavori – anche quelli contenenti intuizioni poco ortodosse – possono essere letti da tutti: la sostanza delle sue ricerche e la forza dei suoi ragionamenti alla fine piegavano anche i pregiudizi altrui.
La sua stima nei miei confronti non si limitò neppure quando il Dipartimento di Fisica dell’Ateneo catanese decise di avere un suo storico della fisica (decisione in cui – ne sono convinto – ebbe una certa parte). Non si limitò, dicevo, a proporre la mia candidatura, ma volle farmi conoscere personalmente dal Direttore del Dipartimento e da tanti suoi colleghi. Voleva che gli altri vedessero quello che vedeva lui, rifiutando a priori l’idea che io fossi il “suo candidato”; e a tanta fiducia da parte sua credo di non aver fatto mancare il mio impegno. Gli inviti nella patria di Majorana, infatti, si moltiplicarono a dismisura, e la mia riconoscenza nei confronti di Angelo non fu per nulla scalfita quando poi altri non mantennero gli impegni presi. Lui se ne addolorò più di me, perché credeva che Catania avesse perso una buona occasione.
Tanti altri ricordi si affastellano nella mente, ma adesso non sono tanto lucido da metterli in ordine. Il pensiero va ora a Rosetta e ai figli, che prima di tutto hanno perso un compagno e un padre senza eguali. A chi ha perso un sincero amico rimane ormai solo il ricordo del suo animo genuino e generoso.
Ciao, Angelo!