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Seminari Sisfa in programma
a cura di Azzurra Auteri e Adele Naddeo
I prossimi seminari in storia della fisica e dell’astronomia
Giovanni Battista Benedetti (1530-1590) tra matematica e musica
Danilo Capecchi – Università di Roma La Sapienza
Sebbene la tesi secondo cui la storia della musica e la storia della scienza siano inseparabili sia ormai esplicitamente accettata da tutti gli storici, solo pochi hanno tratto la conclusione appropriata: per studiare la storia della musica, è necessario utilizzare anche gli strumenti della storia della scienza.
Questo è particolarmente vero per la comprensione del pensiero dei teorici della musica alle soglie della rivoluzione scientifica, come nel caso di Giovanni Battista Benedetti (1530-1590), oggetto del seminario. Egli fu tra i primi matematici professionisti a mostrare interesse per la musica speculativa, più di un millennio dopo il matematico greco Claudio Tolomeo (II secolo). Benedetti riporta le sue considerazioni sulla teoria della musica in due lettere indirizzate al famoso musicista fiammingo Cipriano de Rore (1515?-1565), pubblicate nell’opera del 1585 Diversarum speculationum mathematicarum physicarum liber. Egli avanza su due fronti di indagine distinti. Da un punto di vista matematico, si occupa dell’organizzazione delle scale musicali; da un punto di vista fisico, della natura del suono e delle consonanze.
Forse il suo contributo più importante nella storia della musica è stato consolidare l’idea che il suono sia dovuto a vibrazioni periodiche dell’aria e che le consonanze siano legate a semplici rapporti di frequenze piuttosto che a lunghezze astratte delle corde, che potrebbero al massimo spiegare i toni degli strumenti a corda ma non di altri strumenti. Ciò ha permesso di dare una spiegazione meccanicistica delle consonanze e di eliminare l’aura mistica associata ai concetti numerologici pitagorici e platonici.
Importante sia per la musica sia per la meccanica è la prima dimostrazione teorica di Benedetti secondo cui la frequenza di vibrazione di una corda è inversamente proporzionale alla sua lunghezza.