Conservazione e restauro del patrimonio scientifico e tecnologico: focus sugli strumenti scientifici
Anna Giatti – Fondazione Scienza e Tecnica, Firenze
Nonostante la consapevolezza che tutto ciò che concerne la nostra realtà materiale sia destinatoprima o poi a deperire, i musei, le associazioni e le comunità in genere che detengono beni di interesse culturale sono tenuti a preservarle così che possano goderne anche le generazioni future.
Fino dagli ultimi decenni del ‘900, in Italia si è assistito alla riscoperta del valore culturale anche dei beni di interesse storico e riferiti alle discipline scientifiche. Se ancora in quegli anni la loro tutela non era completamente normata, dal 2004 anche il patrimonio scientifico e tecnologico è entrato a far parte del novero dei beni culturali italiani la cui valorizzazione e conservazione sono stabilite dal “Codice dei beni culturali”. Interventi legislativi successivi regolano oggi anche la formazione e l’esercizio della professione di restauratore dei beni culturali.
Testimonianze materiali del lavoro scientifico intellettuale e sperimentale, le macchine e gli strumenti scientifici di interesse storico custodiscono messaggi significativi per studiosi e ricercatori così come per studenti e interessati. Quasi sempre il significato è strettamente connesso al loro funzionamento, aspetto che insieme ai vari contesti di produzione li rende beni peculiari, con caratteristiche specifiche rispetto ad altre categorie di beni come quelli storico-artistici. Questa peculiarità si riflette nelle operazioni di conservazione e restauro. Temi importanti sui quali durante il seminario si cercherà di portare l’attenzione e di stimolare la discussione anche attraverso l’illustrazione di alcuni esempi di interventi di restauro.