Lunga gestazione e rapida genesi della cosmologia moderna
Giovanni Macchia – Università di Urbino “Carlo Bo”
È opinione condivisa dagli scienziati che la cosiddetta “cosmologia moderna” nasce nel 1917 con un articolo di Einstein, nel quale egli ricava il primo modello relativistico di universo, dando in tal modo l’abbrivio a uno studio teorico dell’universo come un tutto, che è del resto la definizione più generale e immediata di cosmologia oggi usata. Non di rado, però, alcuni autori parlano anche, sempre in riferimento a quel lavoro einsteiniano, della nascita di una “cosmologia scientifica”, mentre non pochi altri studiosi usano quest’ultima locuzione anche per riferirsi a ricerche di epoche precedenti.
In questo mio seminario non mi occuperò di una chiarificazione di queste “incongruenze” all’apparenza solo terminologiche, ma cercherò di mostrare come una cosmologia propriamente detta, quella cioè che indaga le proprietà dell’universo considerato nella sua totalità, si sia avuta effettivamente, con tutti i (possibili) crismi scientifici, solo a partire da Einstein, e come tale approccio si sia sviluppato piuttosto velocemente, in poco meno di tre lustri. In verità, in quel breve periodo, non solo nacque un nuovo approccio fisico-matematico al cosmo, ma si sviluppò anche una nuova visione di esso del tutto inattesa: quella di un universo in espansione. Insomma, due rivoluzioni in pochissimi anni. Invece, le ricerche precedenti al 1917 – dunque quelle occorse nei due secoli successivi all’edificazione di Newton della fisica classica e della gravitazione universale –, a parte quelle apertamente filosofico-speculative, di fatto ebbero dei caratteri prevalentemente astronomico-astrofisici, al più con valenze cosmologiche.
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